L’amica geniale, dal romanzo alla serie tv

L’Amica geniale, la serie tv tratta dai romanzi di Elena Ferrante e prodotta in co-produzione dall’HBO e Rai Fiction, con una settimana di ritardo rispetto alla messa in onda americana, è finalmente approdata sul piccolo schermo italiano, in prima serata su Raiuno. 

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I quattro romanzi che compongono la serie de L’amica geniale sono ambientati in un rione napoletano e seguono le vicende delle due giovani amiche Elena Greco (Lenù) e Raffaella Cerullo (Lila) nell’arco di tempo che va dall’infanzia, nei primi anni ’50, all’età adulta. Il rione è animato dalle esistenze di varie famiglie che lì abitano e lavorano e che formano un affresco di vita credibile e coinvolgente nella loro semplicità. Sono famiglie umili quelle che popolano il rione: Lila è figlia dello scarparo mentre Elena dell’usciere del comune; poi c’è il falegname Peluso che per colpa dello spregevole Don Achille Carracci  ha perso tutto; c’è Melina Cappuccio che ha perso il senno e lancia oggetti dalla finestra contro Donato Sarratore, il ferroviere che l’ha fatta innamorare. I ragazzini sono spietati e lanciano pietre contro le ragazzine, salvo poi pentirsi se qualcuno si fa troppo male. La maestra Oliviero è severa, urla e strepita ma alle sue alunne vuole un gran bene. E’ un microcosmo che il lettore impara a conoscere e amare. 

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Il primo romanzo si apre nel presente con Rino, figlio di Raffaella, che telefona con una voce dai toni inquieti ad Elena: Lila è scomparsa! Da qui ha inizio la narrazione, in prima persona, della ormai sessantenne Elena, la quale, in preda all’agitazione e con una punta di risentimento per l’amica svanita nel nulla senza una spiegazione, decide di rendere pubblica la loro storia dal principio, con l’intento di suscitare in lei una qualche reazione:

“Vediamo chi la spunta questa volta, mi sono detta. Ho acceso il computer e ho cominciato a scrivere ogni dettaglio della nostra storia, tutto ciò che mi è rimasto in mente”.

La serie, diretta da Saverio Costanzo, ricalca fedelmente l’opera della Ferrante che è anche sceneggiatrice della versione televisiva insieme a Francesco Piccolo, Laura Paolucci e lo stesso regista. Le prime due puntate, andata in onda ieri sera, coprono le vicende della prima metà del primo romanzo: il periodo dell’infanzia. Le giovani attrici Elisa Del Genio (Lenù) e Ludovica Nasti (Lila) interpretano alla perfezione le due bambine. Con le parole e con gli sguardi le giovani attrici trasportano lo spettatore nel piccolo mondo di Lenù e Lila, un mondo che va dal cortile di casa, allo stradone, alla scuola, al tunnel della ferrovia che delimita i confini del rione, alla cui estremità le terre incolte non sono state ancora occupate dalla speculazione edilizia degli anni del boom economico. Il resto della città (Napoli) e il mondo sembrano così lontani per le piccole amiche che pur abitando a pochi chilometri dal mare non lo hanno mai visto e fantasticano sull’ “acqua azzurra” “sbrilluccicante” che deve essere “uno spettacolo bellissimo”.

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Il piccolo mondo brullo e polveroso, nella serie hai i colori freddi della miseria e a prevalere sono i toni del grigio e del beige. Ci sono i muri cinerei delle palazzine popolari a quattro piani, il bruno austero dei grembiuli di scuola, il sabbia delle strade non asfaltate, i toni cupi degli abiti e poi c’è il colore del sangue che è nero. E’ nera “la riga di sangue” che “colava lungo la pentola di rame” nel racconto di fantasia che Lila fa della morte di Don Achille; è nera la violenza che nel rione si respira in ogni angolo. La violenza che nel libro è molto presente, nella serie si manifesta nella scena del pestaggio ai danni di Alfredo Peluso, nella defenestrazione di Lila rea di voler continuare gli studi, nella violenza domestica in casa Greco e nel barbaro omicidio. Nel romanzo la Lenù ormai adulta ricorda: 

“Non ho nostalgia della nostra infanzia, è piena di violenza. Ci succedeva di tutto, in casa e fuori, ogni giorno, ma non ricordo di aver mai pensato che la vita che c’era capitata fosse particolarmente brutta”. 

E che la vita non dovesse sembrare troppo brutta alle due giovani amiche, la serie lo dimostra attraverso i primi piani degli enormi sorrisi per le piccole cose, come sfogliare il libro Piccole Donne o come correre verso l’orizzonte e il mare, che riescono ad illuminare tutta la scena. 

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Le scelte registiche seguono fedelmente, come già accennato, il romanzo di Elena Ferrante, con qualche taglio qua e là come è ovvio che sia quando un romanzo prende vita sullo schermo. I lettori più attenti comunque troveranno spesso totale concordanza lessicale nei dialoghi della serie con ciò che viene narrato nel libro ma c’è una scena sul finire del secondo episodio in cui il regista coglie l’occasione per inserire un omaggio ad uno dei più bei film italiani di sempre: Roma città aperta di Roberto Rossellini. Nel romanzo Alfredo Peluso viene arrestato per l’omicidio di Don Achille sul pianerottolo di casa, sotto gli occhi increduli della moglie Giuseppina e dei figli che piangono di dolore. Nella serie, Saverio Costanzo decide di girare la scena all’esterno, non nel chiuso del pianerottolo, bensì davanti al portone della palazzina. Alfredo viene caricato sulla camionetta dei carabinieri e trascinato via mentre la moglie Giuseppina, straziata, la rincorre per poi cadere rovinosamente a terra sulla strada. Il pensiero va subito alla grande Anna Magnani nei panni di Pina, crivellata dai colpi di arma da fuoco nel tentativo disperato di inseguire la camionetta nella quale il suo Francesco viene portato via nel celebre film.

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Chiunque abbia letto il romanzo può confermare che la narrazione risulta talmente scorrevole che le pagine vengono letteralmente divorate una dopo l’altra. I brevi capitoli e i costanti colpi di scena pongono il lettore nella situazione di volerne sempre di più.  La serie non è da meno e si lascia guardare piacevolmente tant’è che le due ore di visione volano via mantenendo lo spettatore totalmente assorto.

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Non ci resta che attendere la prossima settimana per vedere Lila e Lenù alle prese con l’adolescenza, i piccoli e i grandi problemi del rione, i sogni, le speranze e la vita a volte ingiusta con la quale le nostre protagoniste dovranno sempre fare i conti.

Per ora la serie è ampiamente promossa e si candida ad essere uno dei migliori prodotti televisivi dell’anno. 

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