Visitare Concord, Massachussets: cosa c’è da sapere? Vi propongo la lettura di un articolo, scritto per Sul Romanzo, su questa piccola cittadina, cuore pulsante della grande letteratura americana.
Nel cuore del New England a poche miglia da Boston c’è Concord, una piccola cittadina di circa ventimila abitanti che d’autunno si tinge di mille sfumature di rossi e di aranci mentre d’inverno è ricoperta da una candida coltre nevosa. In aprile i suoi abitanti sfoggiano un’aura patriottica, vestono gli abiti dei Minutemen e ripercorrono i celebri passi che portarono alla Rivoluzione.
Agli appassionati di storia americana, il nome Concord infatti suonerà abbastanza familiare. Proprio qui, sul piccolo ponte in legno denominato Old North Bridge, fu combattuta la prima battaglia della Rivoluzione americana. Era il 1775 e di lì a poco sarebbero nati gli Stati Uniti.

Oggi, passeggiare tra le strade di Concord, dal Concord’s Colonial Inn, antica locanda dove i rivoluzionari nascondevano armi e munizioni, al cimitero di Sleepy Hollow dove riposano le più grandi menti della città, passando per Monument Square, il cuore di questo piccolo centro immerso nelle campagne del Massachusetts, significa immergersi in una biblioteca a cielo aperto. Questa piccola città difatti è indissolubilmente legata non solo alla nascita degli Stati Uniti ma ancor di più alla storia della letteratura.
In realtà tutto il New England è costellato di luoghi letterari intramontabili. Amherst ha dato i natali a Emily Dickinson; nella cittadina industriale di Lowell è nato Jack Kerouac e lì riposa; Salem, famosa per il processo alle streghe, è il luogo dove si può ammirare “la casa dei sette abbaini” che ha ispirato l’omonimo romanzo di Hawthorne ma anche la Dogana che dà avvio alle vicende del romanzo più conosciuto di questo autore; è da New Bedford che Herman Melville s’imbarca sulla baleniera che ispirerà il celebre Moby Dick; è a Provincetown che il premio Nobel Eugene O’Neill mette in scena le prime opere mentre a Cambridge Longfellow traduce in inglese la Divina Commedia e dà vita al “Circolo Dante”. Potrei continuare – la lista è ancora molto lunga – ma è Concord, con la grande concentrazione di pensatori che proprio qui abitarono e scrissero, il luogo di cui voglio parlarvi.
Immaginate di abbandonare le acque blu della baia dove approdarono i Padri Pellegrini quattro secoli fa, di gettarvi alle spalle i moderni grattacieli e i palazzi dai mattoncini rossi in stile vittoriano che caratterizzano la città di Boston e di dirigervi verso l’interno, lasciandovi affascinare dai boschi, dagli splendidi aceri e dalle querce maestose e di lasciarvi incantare da graziosi villini in legno con i loro porticati e le loro sedie a dondolo, le staccionate bianche, i bianchi campanili e i piccoli cimiteri storici.

Immaginate di arrivare in un luogo dove il tempo si è fermato al 1868, anno in cui Luisa May Alcott scrisse Piccole donne, ispirandosi alla sua vita, alla sua famiglia, alle sue tre sorelle e alla casa dove visse la sua giovinezza. Immaginate di trovarvi di fronte alla Orchard Housee che queste parole risuonino nella vostra testa:
«Benché il tappeto fosse molto logoro ed i mobili molto vecchi pure la stanza dove erano riunite le quattro ragazze era resa gaia e piacevole da uno o due buoni quadri appesi al muro, dalle librerie piene di libri, dai crisantemi e dalle rose di Natale che fiorivano sulle finestre e dall’atmosfera di pace casalinga che pervadeva ogni cosa».
Nel suggestivo cottage, l’atmosfera di pace casalinga pervade davvero ogni cosa. Ogni giorno delle graziose vecchiette illustrano ai turisti tutti i segreti della “casa di Piccole Donne”, da quando Bronson Alcott, padre di Luisa, divenne proprietario del terreno donatogli da Ralph Waldo Emerson a quando il romanzo venne alla luce, sul piccolo scrittoio in legno nella stanza di Luisa.

Emerson, il padre del trascendentalismo, fu un grande estimatore di Bronson Alcott e della sua mente brillante nonché un altro illustre abitante della Concord ottocentesca.

La casa che si trova a pochi metri dall’Orchard House è oggi visitabile, ma non è l’unica in città a essere appartenuta al filosofo. Egli infatti possedeva anche l’Old Manse, una storica casa parrocchiale ubicata proprio di fronte a quel famoso Old North Bridge. Questa casa, oltre al padre del trascendentalismo ha avuto un altro inquilino illustre. Emerson la affittò per tre anni a Nathaniel Hawthorn, autore de La lettera scarlatta, il quale soggiornò qui con la moglie trascendentalista Sophia Peabody e proprio in questo luogo scrisse i racconti di Muschi da una vecchia canonica.

Il XIX secolo può essere considerato l’epoca d’oro della letteratura americana ed è evidente che Concord riveste un ruolo chiave. Il circolo letterario di Concord infatti fu uno dei più attivi di tutto il New England ed è qui, come già accennato, che grazie a Ralph Waldo Emerson nasce la filosofia trascendentalista americana. Un altro esponente di questa corrente e grande amico di Emerson nonché illustre cittadino di Concord fu Henry David Thoreau. La fattoria di famiglia, dove l’autore nacque, dista pochi chilometri dalla piazza centrale ed è visitabile.
Anche in questa casa immersa nella natura, come del resto l’intera cittadina, la pace e la tranquillità regnano sovrane eppure Thoreau decise di “andare nei boschi”, di allontanarsi dalla civiltà e di vivere per circa due anni in totale simbiosi con la natura:
«Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto».
Immaginate di lasciarvi trasportare tra le pagine di Walden ovvero vita nei boschi, di uscire di qualche miglio dalla città e raggiungere il parco statale Walden e il suo incantevole laghetto e ripercorrere i passi di Thoreau.

Qui verrete accolti da un’atmosfera così pacifica da sentire la necessità di entrare in contatto con la natura circostante, tuffandovi nelle acque blu del lago o stendendovi a riposare sotto l’ombra di un bell’albero o semplicemente percorrendo il sentiero che porta al luogo in cui l’ispiratore del movimento ambientalista costruì il suo riparo. Oggi la capanna non c’è più ma immergendosi nella vegetazione si può raggiungere il punto esatto e sentirsi in piena sintonia con l’autore.
C’è un altro luogo a Concord che ha a che fare con la grande letteratura americana ed è il luogo dove riposano Luisa May Alcott, Nathaniel Hawthorn, Ralph Waldo Emerson e Henry David Thoreau: il cimitero di Sleepy Hollow.
Immaginate di percorrere le tortuose stradine di questo cimitero, tra prati verdi, alberi secolari e classiche lapidi in pietra e di raggiungere il luogo denominato Author’s Ridge. Su questa collinetta potrete rendere omaggio alle tombe di questi pensatori e scrittori eccellenti. Molti visitatori lasciano qui dei sassolini, dei fiori o delle penne o semplicemente un saluto.
Mauro Mantellini nel saggio Bassa risoluzione descrive perfettamente quel legame indissolubile e quell’emozione forte che si prova nell’atto di rendere omaggio ai propri scrittori preferiti. Le parole dell’autore sono riflessioni nate presso la tomba di Marcel Proust nel cimitero del Père-Lachaise ma la sostanza è la stessa, sia che ci si trovi nel monumentale cimitero di Parigi che nel camposanto di una piccola cittadina del New England:
«Cosa fanno le persone che hanno amato la Recherche di fronte alla tomba del grande scrittore? Nulla. Se ne stanno ferme, consumano la parte dolente e materiale del loro legame con l’artista nell’unica maniera possibile. Sono salite su un treno o un aereo e hanno camminato fino al luogo dove il loro eroe è sepolto: ora se ne stanno lí davanti, immobili ed emozionati. […] Ho riempito di gesti a bassa risoluzione il mio rapporto di vicinanza con uomini e donne che ho ammirato. Ed è stato un gesto di inusitata intimità che consiglio a tutti.»
Nel cuore del New England a poche miglia da Boston dunque c’è Concord, una piccola cittadina dove restare immobili ed emozionati in piena intimità con la grande letteratura americana.
Per la prima foto: copyright Don Troiani