Amargosa Opera House: un teatro nel deserto

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Quello che le guide turistiche vi diranno è che in California c’è una Valle alla quale un gruppo di pionieri nel 1849 diede il nome di Valle Della Morte e che lì è stata registrata la temperatura più estrema del mondo: poco meno di 57 gradi.

Le guide turistiche vi diranno che c’è un bacino nella Valle che si chiama Badwater ed è il punto più basso dell’America del Nord: 86 metri sotto il livello del mare.

Badwater

Le guide turistiche (forse) vi diranno che nella Valle c’è un luogo divenuto celebre per l’omonimo film di Michelangelo Antonioni; che questo luogo si chiama Zabriskie Point e che una volta giunti in cima non sarà l‘affanno a lasciarvi a bocca aperta bensì lo spettacolo che si gode da lassù.

Zabriskie Point

Ciò che le guide non vi diranno e che a poche miglia di distanza c’è una piccola comunità – l’intera Valle è popolata da meno di 300 abitanti – che si chiama Death Valley Junction ed è un semplice incrocio di tre strade roventi nel bel mezzo del nulla ma per gli amanti dei film di David Lynch è una tappa obbligatoria.

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Ciò che di sicuro le guide non vi diranno infatti è che uno degli edifici adiacenti allo spettrale e suggestivo Amargosa Hotel and Opera House che incontrerete sulla strada non è altro che il Lost Highway Hotel del film Strade Perdute.

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Ma infine indovinate un po’ cosa non troverete mai sulle guide turistiche? Che in un luogo sperduto e dalle temperature a dir poco proibitive troverete una storia affascinante, degna delle migliori sceneggiature di Hollywood, e che avrete l’opportunità di vedere un suggestivo teatro.

L’Amargosa Opera House è una sorpresa nel deserto.Amargosa 11 Immaginate di trovarvi in una landa desolata di asfalto e terra arsa con il sole a picco delle due del pomeriggio e con  temperature che sfiorano i quaranta gradi. Immaginate di imbattervi in un una struttura  bianca e azzurra in stile messicano e di leggere sulla ruvida pietra la scritta Opera House (teatro dell’opera). Vi sembrerà il classico miraggio nel deserto e invece scoprirete che è tutto reale e che c’è una storia coinvolgente ad attendervi. Amargosa 9La struttura risale ai primi anni ’20, periodo in cui venne creato il piccolo insediamento di Death Valley Junction. Qui risiedevano coloro che si occupavano dell’estrazione del minerale di cui la Valle è ricca, il borace. Nella primavera del 1967 – esattamente cinquanta anni prima della mia visita in questo luogo magnifico – Marta Becket (protagonista indiscussa di questa storia) e suo marito si ritrovarono bloccati proprio lì a causa di una gomma a terra. Marta BecketMarta, una talentuosa ballerina di Broadway, scoprì, nel bel mezzo di un viaggio nel deserto californiano, in una quasi ghost town di appena una decina di abitanti, una nuova ragion d’essere. Marta trovò finalmente se stessa in un teatro ormai in rovina, in un pianoforte semi distrutto, in un vecchio e polveroso sipario. Fu amore a prima vista. Marta e il marito decisero di non tornare più alle comodità di New York City bensì di mettere radici lì, in uno dei luoghi più inospitali del mondo. Affittarono il posto per 45 dollari al mese e Marta si impegnò a rimetterlo a nuovo. L’anno successivo il teatro era pronto ad accogliere le sue performance, ogni weekend, per gli oltre quaranta anni a venire. Le pareti ed il soffitto del teatro furono totalmente dipinti a mano da Marta. Questa grande artista si è sempre occupata personalmente dei costumi, del trucco, delle scenografie, delle coreografie e di tutto ciò che riguardava la messa in scena dei suoi spettacoli. Amargosa 8Nei primi tempi gli spettatori non furono numerosi ma con il passare degli anni, il talento, la bravura ed il mito che crebbe intorno alla figura di Marta e alla sua scelta così stravagante ma al contempo così geniale, fecero sì che i suoi spettacoli registrassero sempre il tutto esaurito. La piccola pista di atterraggio che serve la zona, l’hotel e le magnifiche vie di comunicazione, oggi, rendono accessibili le performance di Ilda Vazquez, la ballerina che ha raccolto l’eredità culturale di Marta, a chiunque arrivi da ogni angolo del Paese. Nonostante ciò raggiungere questo luogo non è proprio una passeggiata. Si prova ancora la sensazione di raggiungere “la frontiera”, di giungere nel luogo in cui la civiltà finisce. E’ proprio dove la civiltà finisce che non ci si aspetterebbe mai di trovare la cultura.
Questa scoperta lascia indubbiamente senza fiato e credo che invogli tante persone a mettersi in viaggio.

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Marta Becket purtroppo è venuta a mancare il 30 gennaio di quest’anno, pochi mesi prima della mia visita, quindi non ho avuto il privilegio di conoscere di persona questa splendida artista ma a Death Valley Junction tutto parla di lei. E’ come se la sua anima fosse ancora lì. La sedia in prima fila dalla quale assisteva agli spettacoli, dopo il ritiro dalle scene nel 2012, è carica di fiori.

Sulle pareti della lobby dell’hotel ci sono tante foto che la ritraggono giovane e piena di energie. Su un tavolo c’è una sorta di altare in sua memoria con cornici, candele, fiori freschi e vivaci. Come vivo è il positivo ricordo che traspare dagli occhi di chi, con grande ammirazione, mi ha raccontato di lei e mi ha fatto conoscere la sua storia. Una storia ricca di soddisfazioni ed un pizzico di follia.

L’intento di questo articolo è destare la vostra curiosità, farvi conoscere un luogo nascosto e una storia poco nota che vale la pena di scoprire. Se vi siete incuriositi almeno un po’ potete approfondire la conoscenza dell’Amargosa Opera House facendo un giro sul sito ufficiale, guardando il documentario Amargosa di Todd Robinson oppure visualizzando il tributo a Marta Becket sul canale youtube Visit California.


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