Viaggio letterario in California sulla mitica Pacific Coast Highway

L’articolo che segue, scritto per Sul Romanzo, è per gli appassionati lettori che sognano di viaggiare lungo la costa californiana sulle orme dei grandi autori americani.  Una piccola guida turistica da San Francisco a Los Angeles per un viaggio letterario on the road.

On the road

Intraprendere un viaggio in California sulle orme dei grandi scrittori americani significa affrontare un’avventura letteralmente e letterariamente “on the road”. Gli scrittori della beat generation, da Jack Kerouac a Lawrence Ferlinghetti, John Steinbeck e Henry Miller sono solo alcuni degli autori da “incontrare” in questo viaggio.

FullSizeRender 2

La California è una regione molto vasta ed è ricca di suggestioni. È adatta a visitatori che preferiscono il contatto con la natura e alternare deserti di fuoco a montagne innevate; agli amanti della settima arte e non di meno a chi alla guida turistica classica preferisce affiancare la grande letteratura americana.

La Pacific Coast Highway percorre l’intera regione, dal confine con l’Oregon fino alla barriera più attraversata al mondo, quella che divide gli Stati Uniti dal Messico. Costeggia spiagge, scogliere a picco sull’oceano e paesaggi mozzafiato.

In California le suggestioni da seguire non mancano ma percorrere la Pacific Coast Highway, nel tratto che va da San Francisco a Los Angeles, è sicuramente un itinerario molto stimolante per gli amanti della letteratura.

coast
Big Sur
city light
City Lights Bookstore

Il nostro viaggio ha inizio a San Francisco, patria della beat generation e sede della famosa casa editrice e libreria indipendente City Lights Bookstore fondata da Lawrence Ferlinghetti nel 1953. La City Lights, nel quartiere di North Beach, fu per anni il ritrovo degli autori Beat e un faro nel buio della censura applicata dalla cultura dominante. Ferlinghetti, egli stesso esponente del movimento, diede voce a scrittori emergenti del calibro di Allen Ginsberg e proprio per la pubblicazione del poema Urlo(Howl) di Ginsberg fu arrestato con l’accusa di aver diffuso materiale osceno.

 

Passeggiare per North Beach è come gironzolare tra i café di Saint Germain des Prés a Parigi e sentire ancora la presenza di Sartre o di Simone De Beauvoir. Tre le strade di North Beach si ha l’impressione di poter quasi afferrare l’atmosfera della beat generation. Sembra proprio di scorgerlo Neil Cassidy seduto al Caffé Vesuvio mentre dalle vetrate del Caffé Trieste si intravedono Gregory Corso, William S. Burroughs, lo stesso Ferlinghetti e ovviamente Jack Kerouac intenti a discutere fra loro.

Vesuvio
Caffè Vesuvio

Prima di imboccare la Pacific Coast Highway, c’è un altro luogo vicino a North Beach che merita una visita perché San Francisco non è “solo” beat generation ma è anche i Racconti di Armistead Maupin.

unnamed
Macondray Lane

Sulle pendici di Russian Hill c’è un viottolo pedonale che si chiama Macondray Lane ma coloro che hanno letto I racconti di San Francisco (Tales of the city) non possono che riconoscervi immediatamente Barbary Lane.

 

Qui Maupin ambientò le vicende di Anna Madrigal e degli inquilini del suo condominio, delineando un ritratto della società californiana sul finire degli anni Settanta. Seppur con una scrittura asciutta e a volte essenziale, Maupin riuscì a scandagliare l’animo umano e a restituire al lettore caratteri autentici. Fu anche il primo autore a trattare il tema spinoso e allora ancora poco dibattuto dell’AIDS, una delle piaghe del secolo scorso. Benché la letteratura di Maupin fu relegata a lungo in quella a uso e consumo della sola minoranza LGBT, perseverare con questo atteggiamento è alquanto riduttivo. Maupin scrive per tutti e la sua San Francisco è la San Francisco di tutti. Accettare le differenze è esattamente il messaggio che l’autore vuole veicolare con i suoi scritti.

Golden gate bridge

Una volta lasciata San Francisco e imboccata la Pacific Coast Highway in direzione sud siamo pronti per entrare nel vivo del nostro viaggio letterario on the road.

Steinbeck
John Steinbeck

Dopo circa duecento chilometri di nebbia, oceano, surfisti e suggestivi villaggi entriamo nel territorio di uno dei più grandi scrittori americani di sempre: John Steinbeck. Salinas, la città natale dell’autore dista appena una ventina di chilometri dalla costa e ospita il museo dedicato all’illustre cittadino ma se ci spingiamo ancora di più verso il centro della California possiamo raggiungere la Valle di San Joaquin. Questa grande valle fertile e ricca di frutteti che ai tempi della Grande Depressione accolse braccianti provenienti dalle zone più interne degli Stati Uniti in cerca di lavoro e condizioni di vita migliori ha inspirato Furore (The grapes of wrath), il più famoso romanzo di Steinbeck.

 

Continuando il nostro viaggio attraversiamo la cittadina costiera di Monterey che è un altro luogo caro all’autore. A Monterey infatti sono ambientati diversi romanzi tra cui Pian della Tortilla (Tortilla flat) e Vicolo Cannery (Cannery Row). Quest’ultimo prende il nome da una zona di Monterey in cui, nel periodo della Grande Depressione, l’attività principale riguardava l’inscatolamento delle sardine. È in questo luogo che si dipanano le vicende dei vari personaggi. Per questi derelitti, come spesso accade nei romanzi dell’autore, notiamo un certo occhio di riguardo.

Monterey
Monterey

A questa città e a questi tipi umani Steinbeck guarda, negli anni Quaranta, con nostalgia, definendo il Vicolo Cannery, nell’incipit del romanzo,

«un poema, un fetore, un rumore irritante, una qualità della luce, un tono, un’abitudine, una nostalgia, un sogno.»

Oggi delle vecchie fabbriche e delle antiche atmosfere non resta più nulla e la zona è principalmente una meta turistica ma si può ancora osservare il vecchio laboratorio di biologia marina di Ed Ricketts, caro amico dell’autore e figura ricorrente nei suoi romanzi.

Ed Rickett
Laboratorio di biologia marina di Ed Ricketts

Proseguendo sulla Pacific Coast Highway il paesaggio si fa sempre più magico e ricco di suggestioni per i viaggiatori del tour letterario. Più ci si avvicina alla regione selvaggia del Big Sur e più non si può fare a meno di pensare al Jack Kerouac del 1960. Egli, ormai famoso, bisognoso di quiete, assediato dal pubblico e dall’alcool, decise di rintanarsi nella baita di Lawrence Ferlinghetti nel Bixby Canyon. Qui nella solitudine del Canyon, con il vento impetuoso dell’oceano, immerso nella natura selvaggia e in preda agli incubi e al delirium tremens egli trascorse alcune settimane. Sotto all’imponente Bixby Creek Bridge, illuminato dalla luce lunare, compose il poema Mare. Suoni dell’oceano pacifico a Big Sur.

«Ogni tanto guardo su e vedo rare automobili passare sul ponte sospeso e mi chiedo che cosa vedrebbero nella tetra notte nebbiosa se sapessero che trecento metri più sotto c’è un pazzo che scrive al buio nella furia del vento»

scrisse nel 1962 nel romanzo Big Sur in cui il protagonista Jack Duluoz, uno dei tanti pseudonimi dell’autore, narrava l’esperienza nella baita di Lorenzo Monsanto, alias di Ferlinghetti.

Bixby Creek Bridge
Bixby Creek Bridge

Ma c’è uno scrittore che più di altri incarna l’essenza di questa regione magica ed è l’autore del Tropico del Cancro(Tropic of Cancer) e del seguito Tropico del Capricorno (Tropic of Capricorn): Henry Miller. Egli fece di Big Sur la sua casa ed oggi è possibile, condizioni climatiche permettendo, visitare la Henry Miller Memorial Library. Questo piccolo gioiello è immerso nella natura ed è raggiungibile solo attraverso la Pacific Coast Highway. I cellulari stentano a prendere campo e qui davvero ci si lascia alle spalle la frenesia della vita moderna.

pacific coast
17-miles drive

Questa regione è scarsamente popolata ed è ancora la natura a dettar legge sulle volontà dell’uomo. Tutto è come fu presagito da Henry Miller nel 1957 quando in Big Sur e le arance di Hieronymus Bosch (Big Sur and the Oranges of Hieronymus Bosch) scriveva:

«Il Big Sur sarà qui per sempre, e forse nel 2000 la popolazione annovererà ancora poche centinaia di anime».

Egli poi ribadiva l’amore per questa terra:

«Questa è la California che sognarono gli uomini di una volta […], questo è il volto della terra come l’intendeva il Creatore».

Il nostro tour letterario sulla costa californiana procede verso sud in direzione Los Angeles ma prima di giungere sulle famose spiagge losangeline bisogna fare una tappa in prossimità di Santa Barbara nella località di Montecito. Gli amanti dell’architettura gradiranno questa piccola sosta al 196 Hot Springs Rd per ammirare la George C. Stewart House, la prima casa californiana progettata da Frank Lloyd Wright.

Wright
George C. Stewart House

Certo non stiamo parlando della più famosa Casa sulla cascata eppure anche quest’edificio ha qualcosa di speciale, ma cosa? È presto detto. Il nostro tour letterario passa di qui perché questa casa, oltre al valore architettonico ha anche un inquilino illustre: lo scrittore T. Coraghessan Boyle. Egli ha scritto e continua a scrivere qui la maggior parte dei suoi romanzi e racconti ma questo luogo ha inspirato in particolare il romanzo Le donne (The women).

Zuma beach
Zuma beach

Qui Boyle narra la vita di Wright nel modo più singolare possibile, esplorando il mondo femminile delle donne che lo hanno amato ed è da questi legami che egli delinea il ritratto dell’architetto.

 

Costeggiando l’oceano il nostro viaggio letterario passa per le splendide spiagge di Malibu, tra il Trancas Canyon e Zuma Beach, i luoghi che la scrittrice vincitrice del National Book Award nel 2005, Joan Didion, ricorda con affetto e nostalgia nello straziante L’anno del pensiero magico (The Year of Magical Thinking) in cui rende partecipe il lettore dell’anno in cui fu annientata da due vicende terribili: la morte del marito , lo scrittore John Gregory Dunne e la malattia della figlia Quintana Roo.

Malibu
Malibu

 

Il tour letterario sulla Pacific Coast Highway in compagnia dei grandi della letteratura termina alle porte di Los Angeles, la mecca del cinema, dove spesso i nostri romanzi preferiti sono stati trasportati sul grande schermo.


Lascia un commento