L’espressione del volto dice tutto ed è migliore di mille parole! Con questo spirito nasce Memoji Review, la rubrica settimanale sui libri. Ogni settimana troverete quattro recensioni veloci con l’ausilio delle memoji.
L’ultimo Memoji Review dell’anno ci porta ad Amsterdam ad una cena tanto elegante quanto inquietante, nella vita del “cocciamatte” Bonfiglio Liborio, in un’ Italia non troppo distante e nella tristemente nota Columbine High School.
Giacomo Papi – Happydemia
Innanzitutto ho avuto difficoltà ad inserire il memoji sulla copertina perché non volevo coprire la bella illustrazione di Andrea Bozzo. Comunque questa è la faccia di chi si è divertita molto nel leggere questo breve romanzo. Giacomo Papi, come già ne Il censimento dei radical chic, mostra un’Italia tanto familiare quanto lontanissima eppure non troppo impossibile.
In Happydemia sono passati alcuni anni dall’emergenza che stiamo vivendo e la situazione è ancora distante dall’essere risolta. Si alternano periodi di lockdown e minimi allentamenti. I baci sono vietati mentre le mascherine sono ormai una seconda pelle. La popolazione si divide in pensanti (quelli in smart working), fabbricatori, curatori e consegnatori.
Il protagonista del romanzo è Michele un consegnatore che distribuisce gli psicofarmaci necessari per mantenere tranquillo il popolo.
L’umorismo di Giacomo Papi è pungente. L’autore sa dove andare a colpire e tra una risata e l’altra fa riflettere. Le figure istituzionali rappresentate dall’autore sono così familiari che strappano più di un sorriso. C’è un certo ex primo ministro dell’interno amante dei selfie che… be’ leggete il romanzo per saperne di più! Non ve ne pentirete!
Herman Koch – La cena
Il dio del massacro di Yasmina Reza se confrontato con La cena è una scaramuccia tra educande. Anche il romanzo di Herman Koch si svolge durante una cena tra due coppie di genitori, in questo caso due fratelli con le rispettive mogli, i quali hanno a che fare con qualcosa di “spiacevole” – tanto per usare un eufemismo – che riguarda i figli. Ma – proseguendo nella lettura sarà subito evidente – nessuno è innocente!
La cena è un thriller ben scritto che esplora la psiche dei personaggi in tutte le sfaccettature più cupe. I capitoli sono scanditi dall’arrivo delle portate nel ristorante stellato dove si svolge l’intera azione. La storia si dipana dal punto di vista di uno dei due fratelli, il quale, attraverso una moltitudine di flashback, dona al lettore tutti gli strumenti per comprendere la cupa vicenda. A me è capitato di voler restare fin oltre il dessert mentre guardavo con ribrezzo e inquietudine i quattro commensali impossibilitata ad andarmene grazie alla scrittura coinvolgente di Herman Koch.
Sue Klebold – Mio figlio
Ho scelto questo libro per provare a comprendere cosa accada nella testa dei tanti giovani che tentano il suicidio e come sia possibile che i genitori non si accorgano di nulla. In particolare di come sia stato possibile che due ragazzi abbiamo pianificato una strage così efferata, come quella della Columbine High School, all’insaputa delle famiglie. Dopo aver letto la testimonianza di Sue Klebold, madre di Dylan Klebold, uno dei due responsabili del massacro, il mio pregiudizio nei suoi confronti è venuto meno, come sono venuti meno i miei giudizi a volte affrettati e spesso superficiali.
Secondo me tutti coloro che hanno a che fare con i ragazzi, dai genitori, agli insegnanti, agli educatori, dovrebbero leggere le parole della signora Klembold. Giudicare è facile e altrettanto facile è liquidare la vicenda di Columbine con “facile reperibilità delle armi”, “genitori assenti”, “bullismo” e “videogiochi violenti”. C’è molto altro!
In questo libro troverete l’amore di una madre per un figlio, l’orrore per le azioni del proprio figlio, il dolore per non aver compreso e la necessità di aiutare gli altri affinché omicidi-suicidi possano essere prevenuti.
Remo Rapino – Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio
È un romanzo che ho letto tutto d’un fiato. L’ho adorato in ogni piccola parte, in ogni azione e in ogni pensiero del protagonista Bonfiglio Liborio.
Il romanzo è l’autunno della vita di Bonfiglio, un “cocciamatte” di anni ottantaquattro. Egli si guarda indietro e racconta la sua vita sfortunata segnata irrimediabilmente dalla malasorte.
È un racconto in prima persona che esplora il linguaggio e la psiche di questo anziano fuori dagli schemi. Con la sua parlata sgrammaticata, con quelle immagini colorite del dialetto abruzzese, con quel ripetere ridondante di piccoli elementi caratteristici, Bonfiglio, ripercorre la sua storia e quella dell’Italia, dal 1926 al 2010.
È un mondo visto dal basso che Remo Rapino ha saputo dipingere perfettamente e con il tatto della scrittura alta ma restituendo quella che è la dignità e la profondità degli ultimi.