La serie tv Lost è ricca di riferimenti letterari. Non c’è episodio che non abbia la sua dose di citazioni che vanno da John Steinbeck a Kurt Vonnegut passando per Sthepen King. Ma il più citato è senza ombra di dubbio Charles Dickens. Scopriamo in quali episodi e perché.
In Lost non mancano i misteri e i colpi di scena, i flashback e i viaggi nel tempo, gli uomini di scienza e la fede incondizionata. E di sicuro non mancano le citazioni. Dai ridicoli nomignoli che Sawyer affibbia a tutti i compagni di sventura, spesso pescandoli da vecchie serie tv americane o dalla galassia di Star Wars ai nomi dei protagonisti che in molti casi – John Locke, Desmond Hume, Mr. Eko, per dirne alcuni – rimandano all’universo della filosofia o come nel caso dello stesso Sawyer – il Tom di Mark Twain – al mondo della letteratura.
La serie è ricca di riferimenti letterari. Ogni occasione è buona per tirare fuori qualche grande della letteratura. C’è Dovsoevskij a fare compagnia al prigioniero Henry Gale, in mongolfiera da Oz; c’è Uomini e topi ad accompagnare il quarto episodio della terza stagione; c’è Alice nel paese delle meraviglie a dare il titolo ad un paio di puntate e non solo; c’è Il giro di vite di Henry James a custodire il video di orientamento; c’è un po’ di Kerouac e i suoi vagabondi nel progetto Dharma, c’è Stephen King al “club del libro” di Juliet e Joseph Heller nello zainetto della paracadutista. Potrei andare avanti per ore ma c’è un autore sul quale mi voglio soffermare perché più di tutti gli altri, in diverse circostanze, viene tirato in ballo: Charles Dickens.
Prima di iniziare una raccomandazione è d’obbligo. Benché l’ultimo episodio di Lost sia andato in onda ormai da più di dieci anni e quella creata da J.J. Abrams è da considerarsi una delle serie tv più conosciute, c’è sempre qualcuno che è in procinto di guardarla per la prima volta – beati loro – perciò se siete fra questi non continuate la lettura. Da qui in poi è spoiler libero!!!
Charles Dickens fa la sua prima grande comparsa in Lost nell’ultimo episodio della seconda stagione (Live together, die alone) incentrato sulla figura di Desmond Hume. Nel flashback relativo a Desmond scopriamo la vita travagliata che lo porta a premere un pulsante ogni 108 minuti per tre lunghi anni sull’isola. Ma scopriamo anche la sua passione per i romanzi di Dickens. Desmond gli ha letti tutti, tutti tranne uno: Il nostro comune amico. Questa sarà la sua ultima lettura prima di morire. La storia narrata da Dickens è ben diversa dalla storia di Desmond ma ci sono curiose analogie. C’è un viaggio in nave in cui il protagonista viene creduto morto. C’è un ricco imprenditore che mette bocca nella vita amorosa della propria prole e poi c’è una storia d’amore che messa alla prova sopravvive alle avversità.
Il nostro comune amico è anche il nome della barca nella quale Desmond e Penny vivono con l’intento di non farsi trovare. Gli sceneggiatori giocano con il titolo del romanzo nella dodicesima puntata della quinta stagione (Dead is Dead) quando Ben, al telefono con Charles Widmore, gli comunica che è a due passi dalla barca, che sta per uccidergli la figlia per vendetta e allude al comune “amico” di entrambi, lo stesso Desmond che di lì a breve si beccherà una pallottola.
La terza stagione di Lost si apre, come la seconda, con un nuovo personaggio di cui non sappiamo nulla, in una location tutta nuova, con una canzone di sottofondo che resterà per sempre legata al momento. A questo punto lo spettatore si trova ancora una volta, proprio come all’inizio della seconda stagione, a fare i conti con qualcosa di nuovo e di diverso da ciò che avrebbe mai potuto immaginare. Si scopre così che “gli altri” non sono i selvaggi che pensavamo fossero e che sull’isola c’è un vero e proprio villaggio con tutti i confort della vita reale. Questa puntata si intitola A tale of two cities in omaggio al famoso romanzo storico di Charles Dickens Racconto di due città. Mentre le due città narrate dallo scrittore inglese sono Parigi e Londra, le due realtà messe a confronto nell’episodio sono due modelli diversi di società. Da un lato il gruppo dei sopravvissuti del volo 815 e dall’altro questi singolari individui che popolano l’isola.
Ma ci sono altre circostanze in cui i creatori della serie non perdono occasione per citare i romanzi di Charles Dickens. Nella decima puntata della terza stagione (Trincia Tanaka is dead) Sawyer, di ritorno dall’Idra, dove gli “altri” lo hanno tenuto a lungo prigioniero, fa un’amara scoperta. Al campo, tutti i suoi averi sono stati presi dal resto del gruppo. Decide così di affrontare Charlie con il suo solito aggressivo sarcasmo chiamandolo Oliver Twist proprio come il piccolo ladruncolo del romanzo omonimo.
Sempre nella terza stagione, nella diciannovesima puntata (The Brig), scopriamo l’identità della paracadutista: Naomi Dorrit. Ai lettori più attenti questo cognome non suonerà nuovo, è infatti il cognome di Amy, la protagonista del romanzo La piccola Dorrit.
Di sicuro per l’ultima citazione che voglio sottoporre alla vostra attenzione non c’è bisogno di essere grandi lettori dello scrittore inglese. Essa riguarda un romanzo talmente conosciuto da non passare inosservata. Sto parlando del Canto di Natale. Siamo alla prima puntata della quinta stagione (Because you left) e i nostri naufraghi continuano a viaggiare nel tempo. Di volta in volta si ritrovano in un “quando” in cui il bunker è collassato, in un altro in cui non è ancora stato costruito ed anche in uno in cui è ancora chiuso. I nostri approdano in un tempo passato in cui John Locke disperato ottiene un fascio di luce, una flebile speranza nel buio dei suoi lamenti o semplicemente un’alzata notturna di Desmond per andare in bagno. È in questo tempo “ballerino” che ad un certo punto Sawyer esausto, decide di bussare, anzi quasi sfondare la porta del bunker pregando il Desmond del passato di aprire la porta e lo fa urlando “sono il fantasma del Natale futuro”.
E con il più celebre dei romanzi di Charles Dickens termino questo viaggio nei riferimenti letterari di Lost, una delle serie tv più amate e apprezzate degli ultimi anni.
Foto 1: fonte medium.com
Foto 2: autore Bob D’Amico